Martedì a Padova apre la mostra dedicata a Frida Kahlo e Diego Rivera
Daniela Ferretti, nella doppia veste di curatrice della mostra e di responsabile dell’allestimento, coordina con mano ferma i professionisti che al San Gaetano stanno lavorando, letteralmente giorno e notte, per poter presentare, martedì 14 febbraio, in mattinata alla stampa e nel pomeriggio (dalle ore 15) al pubblico, l’attesa mostra su Frida Kahlo e Diego Rivera.
Tutto a tempo di record, sincronizzando le diverse professionalità coinvolte. Impresa resa necessaria dal poco tempo a disposizione. Le opere che il pubblico potrà ammirare da martedì e sino al 4 giugno, sono arrivate a Padova da poche ore. Giungono dalla Nuova Zelanda dove sono state protagoniste di una visitatissima mostra alla Auckland Art Gallery.
Sbarcate in Italia, sono state trasportate a Padova a bordo di 3 diversi camion, che hanno viaggiato separati e accompagnati da un servizio di sicurezza. Il frazionamento dell’importante carico è reso necessario dall’esigenza di suddividere le possibilità di rischio, spiegano gli organizzatori.
A promuovere questa originale retrospettiva è l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova. Per poterla proporre in Italia si sono alleati la Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, con la collaborazione dell’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL) di Città del Messico. Alla mostra hanno assicurato la loro collaborazione Radio Monte Carlo, la Ferrovie dello Stato e Vivaticket.
I primi a poter ammirare “Frida Kahlo e Diego Rivera al San Gaetano – annuncia l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio, saranno gli innamorati, ovviamente senza con ciò voler escludere i single o i gruppi. Il 14 febbraio, giorno della “Festa degli Innamorati”, dalle 15 alle 21, tutti potranno accedere alla mostra usufruendo all’ingesso speciale a 10 euro, già prenotabile su Vvaticket ma che sarà acquistabile anche direttamente in mostra. Frida e Diego sono stati protagonisti di una grande storia di amore e di passione. Un rapporto intenso, infuocato che segnò le vite di entrambi e che è rimasto nelle cronache e nella storia”.
Le opere di Frida e Diego vengono dalla Vergel Foundation, alla quale sono confluite le opere messicane della mitica collezione Gelman (quelle di autori europei della stessa collezione sono invece al MoMa di New York).
I Gelman acquistarono una trentina di opere di Frida e del marito Diego. Nel 1943 entrambi ritraggono la signora Gelman, in due olii su tela profondamente diversi: enorme, a figura intera, sensuale, dalla pennellata morbida, quello di Rivera; grande quanto una pagina di quaderno quello della Kahlo, che dipinge in meno di mezzo busto la donna con un’espressione scostante, appesantita da boccoli, gioielli e pelliccia.
Accanto alla grande pittura (ben 23 le opere di Frida Kahlo e 9 quelle di Diego Rivera), ad essere proposta, e non a caso, è anche la fotografia. Karl Wilhelm Kahlo, ebreo tedesco emigrato in Messico, era un abile fotografo d’architettura. Frida, giovanissima, lo accompagnava nelle sue campagne in giro per il Messico e questa collaborazione influenzò molto la sua arte, a partire dalla “consuetudine con la oggettività ed anche la crudezza di chi maneggia una macchina fotografica” fino alla rigorosa costruzione dell’immagine e al minuzioso gusto per il dettaglio”, scrive Dario Dalla Lana.
Frida, così come, in modo più limitato Diego, attrasse l’attenzione dei migliori fotografi internazionali del suo tempo. In mostra ritratti realizzati da Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Gisèle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston.
Una sezione, fantasmagorica, è infine riservata ai costumi messicani, i cui colori si riverberano nelle opere di lei e nelle opere, dai murales agli oli su tela, di lui.